All’attivo da oltre un quarto di secolo, Fiona Apple è una delle cantautrici/artiste fondamentali dei nostri tempi: anticonformista, raffinata e coraggiosa, ha una padronanza lirica che riflette il suo intimismo doloroso, da giovane donna che è dovuta passare attraverso momenti difficili per esprimere una musica emozionale nell’anima e accattivante nelle sonorità. Uscito nel 1999 e prodotto da Jon Brion, When The Pawn… (titolo in realtà chilometrico, ricavato da una sua poesia che è invito ad andare avanti come “una pedina sulla scacchiera che in guerra diventa Re”) è probabilmente il suo lavoro più bello e memorabile, prima di un’acclamazione critica tuttavia sacrosanta nell’ultimo decennio. I sentimenti viscerali e interrotti di Fiona sono quindi protagonisti di 10 brani che sarebbe giusto definire classici, suonati con grazia travolgente e interpretati con una sensualità d’altri tempi. Se l’esordio Tidal sorprendeva già per il talento precoce della Apple, When The Pawn… mostra ambizioni alte e un songwriting maturo, senza manierismi o abbellimenti di facciata. Dal senso di colpa per autodifesa di To your love (“per favore perdonami per la mia distanza / il dolore è evidente nella mia esistenza / la vergogna è manifesta nella mia resistenza / al tuo amore”) all’aria da musical di Paper bag, dalla meravigliosa ballata Love ridden ai febbrili avvertimenti di Fast as you can, dal magistrale vigore di The way things are alla perfetta chiusura jazzata di I know (che recita “e se si farà troppo tardi perché io ti aspetti / perché tu scopra di amarmi e trovi le parole / è ok, non devi dire nulla”), il disco regala una perla dopo l’altra con il pianoforte di Fiona protagonista assoluto insieme ad una band in forma smagliante. “Questo mondo fa schifo” è una frase che la Apple disse dopo una vittoria agli MTV Awards; quanto mai vero e determinante nel fare di lei un’artista unica, che è riuscita ad acquisire nei decenni lo status di splendida eroina (per quanto conflittuale) della scena indipendente.
The Diamond Sea 