Dodici mesi pieni di avvenimenti assurdi, sorprendenti e come sempre caratterizzati da gioie compensate, in maniera puntuale, dai dispiaceri del caso. Siccome la felicità costa troppo per i sacrifici richiesti, tocca soprattutto dare il buon esempio anche verso coloro che maledirei senza giustificazioni. Nel mio paese è dura sopportare l’ignoranza e la chiusura mentale da provinciali, se poi si cerca di pensare un po’ in grande rispetto al solito allora tanti auguri. Ma voglio vivere nell’ottimismo grazie alle soddisfazioni accumulate nella stagione estiva: essere coinvolto in più serate importanti di cinema e musica è stato magnifico e sono pronto per nuove avventure, almeno finché c’è una condivisione seria e appassionata con amici volenterosi. Meglio stendere un velo pietoso sulle esperienze lavorative (per fortuna terminate, dalle mie parti) e sui fatti incomprensibili che vedo accadere in una realtà alquanto triste. Uno dei meriti del 2022 è il ritorno inaspettato alla normalità, di cui ricordo soprattutto diversi eventi pubblici, i concerti e i film in sala goduti come si deve, oltre ai tanti momenti conviviali trascorsi senza incubi pandemici. L’anno che verrà non me l’immagino straordinario ma, se è vero che non avevo particolari aspettative a gennaio e poi di cose belle ne sono successe, forse vale la pena affrontare illusioni e difficoltà per restare vivi. A condizione di non cadere nelle stesse sabbie mobili in eterno.
Ringraziamenti: Franco Battiato. Gabriel. Perturbamento. Peter Bogdanovich. Licorice Pizza. Cate Le Bon. I due giorni di riprese a maggio. La Conference League. Siouxsie. Una domenica romana. I paesaggi incredibili d’una location. Cinema Sotto le Stelle. Rohmer. Festival Open Space. Kings Of Convenience. Silver. Ceprano Film Festival. I musicisti del Tower Music Fest. Il videoclip di Mattia. Stereolab. Le dirette di Pino Scotto. Cattedrale. Chantal Akerman. La mia gatta.
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