Fiori d’autunno

“Adoro l’argine in riva al lago
ma l’argine è finto
perché preoccuparsi della pioggia e del vento
quando so che viene da dentro”

(Levee)

A un anno dal doppio Cruel Country, che forse ha chiuso il cerchio d’una rivisitazione Americana nella migliore specialità degli Wilco, la banda di Jeff Tweedy torna a sorprendere con nuovi brani nati da tempi non sospetti: è stato l’incontro nel 2019 con Cate Le Bon (che non ha bisogno di presentazioni) a definire un sodalizio produttivo che Cousin ha potenziato nella miscela sonora e in un’atmosfera mediamente più chiaroscurale, imprevedibile, disincantata. Influssi Art-Pop che Tweedy e compagni hanno trasferito nel loro canzoniere melodico e insieme ricercato, quindi ne beneficiano contrasti e contaminazioni rispetto agli umori classici (benché pregevoli) del penultimo lavoro. Se l’incipit armonioso di Infinite surprise trasuda familiarità nel mezzo di distorsioni e ticchettii, con le parole di Tweedy che cercano di lenire gli sbalzi emotivi sino al liberatorio “it’s good to know we die”, le seguenti Ten dead e Levee incupiscono il clima riuscendo a mantenere l’identità degli Wilco da una prospettiva diversa. Il folk-pop brillante di Evicted, vicino allo stile della produttrice, non risparmia quieti rimpianti nelle immagini evocate: “oh, posso accettare uno scherzo ma i miei vestiti sono tutti fradici / è troppo tardi per non essere chiari / riderei fino alla morte se non fosse la mia vita / se non fossi io allo specchio / ti rivedrò mai più?”. Le coloriture minimali di Sunlight ends assomigliano a un tramonto autunnale, che infine s’accendono in un crescendo magnifico. Come lo è una lacerante Pittsburgh, raccolta in un desiderio di fuga che rimanda all’intima urgenza di A Ghost is Born, mentre il passo Glam e irresistibile della title-track è di sicuro prodigioso in un disco che ha l’involontario “difetto” di non possedere l’ambizione ereditaria di Cruel Country, eppure è altrettanto memorabile. Sarebbe un vero peccato se Cousin avrà lo stesso destino dei comunque validi The Whole Love e Ode to Joy, oltre al fatto che gli Wilco sono già poco conosciuti da noi.