Falso movimento

Rispondere ad una critica che ragiona per iperboli e revisionismi comporta solo irritazione, però c’è un limite a tutto. Nel 2023 scopriamo che Wes Anderson è uno scarso regista e il capolavoro d’incassi C’è Ancora Domani incorona Paola Cortellesi autrice, non proprio memorabile al di fuori delle sue performance televisive. Mi chiedo perché un film creativo come Asteroid City debba essere liquidato male perfino dagli estimatori di Wes, che continua a fare cinema con brillante passione. E la Cortellesi che inneggia al femminismo dell’ultima ora, alimentando opinioni di facciata sull’orgoglio di settore, dimostra quanto sia facile osannare la favola della donna-schiava in una cornice storica da elettorato PD. Con tanti saluti alle registe di punta, italiane e straniere, che cercano davvero il rinnovamento nel cinema contemporaneo. Poi penso a un Garrone che deve vendersi in tv per garantire numeri dignitosi al meritevole Io Capitano, oppure a un Bellocchio che a 84 anni fa lo stesso e gode d’una curiosa unanimità democristiana. Per me Rapito non è uno dei suoi migliori film, eppure il caso Mortara ha avuto meno pubblico e riflessioni del previsto; mentre le lodi al maestro di Bobbio, in attesa di nuovi premi alla carriera, stonano un po’ con la sua figura scomoda e un tempo sottovalutata. Non esiste più equilibrio nel parlare di cinema, dal momento che si privilegiano determinati titoli e di giudizi attendibili se ne leggono ben pochi. Peggio mi sento quando vedo esaltazioni per il dubbio gusto di The Hateful Eight, Joker o Titane, ma può anche darsi che sono io a non capirci niente.